Federica Ricci Garotti (Università di Trento) – CLIL alla scuola primaria: punti di forza e zone d’ombra

Proporre l’apprendimento di una disciplina non linguistica in lingua straniera nella scuola primaria è una grossa sfida: i bambini non hanno alcun prerequisito linguistico, sono principianti a tutti gli effetti. Questa condizione li mette nella situazione di dover apprendere una disciplina in una lingua della quale non hanno la minima conoscenza e non sono stati alfabetizzati. Ciò rende quanto mai fondamentale e decisivo l’insegnamento disciplinare, il metodo, le strategie e le tecniche, oltre che i materiali, proposti a lezione. Anche la scelta della disciplina o degli argomenti da svolgere in lingua straniera è cruciale. Da una parte si ritiene che le discipline meno verbali siano le più adatte a questa condizione di principianti, dall’altra c’è il pericolo che concentrarsi soprattutto sull’aspetto non verbale delle discipline diminuisca o renda meno significativo l’apporto della lingua nella disciplina. In realtà, un giusto equilibrio tra la lingua disciplinare e attività non verbali è la chiave per poter aumentare le conoscenze linguistiche senza rinunciare a quelle disciplinari. L’intervento rifletterà sui benefici di una progettazione puntuale e di una regia adeguata, di un ambiente di apprendimento costruttivo, attivo e interattivo che può predisporre lo scaffolding necessario per raggiungere gli obiettivi. Verranno proposte alcune situazioni concrete, tratte da contesti autentici, con l’obiettivo di analizzarne i benefici e, in caso di criticità, i possibili miglioramenti.

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