Referente: ElianaTerzuoli
Email: firenze@anils.it
Teatro e glottodidattica. La formazione dell’insegnante e dell’allievo di lingue.
Quando si parla di glottodidattica teatrale si intende una didattica dove il linguaggio teatrale entra fortemente come strategia, o meglio, metodo di apprendimento. Infatti, la comunicazione teatrale è fondamentale nell’apprendimento delle lingue perché, attraverso il teatro, che è un linguaggio multiplo, si apprende la lingua in quanto comunicazione complessa e veicolo di cultura.
La drammatizzazione nel contesto dell’insegnamento della lingua non solo è utile ma indispensabile per trasmetterne i veri valori e per renderne “autentico” l’uso: narrare in tutte le forme fino a quella teatrale soddisfa questo intento.
L’attività di drammatizzazione essenziale nell’apprendimento della lingua ed in particolare della lingua straniera, permette di perseguire un duplice obiettivo.
- Da un lato il suo contesto rende immediatamente fruibile l'”utilità” dell’apprendimento della lingua che appare spendibile per comunicare da parte del discente a chi non sa qualcosa che lui sa. Nell’artificiosità della scena teatrale si annulla l’artificiosità dell’espressione in lingua e per assurdo diventa autentica l’operazione finalizzata alla riuscita artistica dell’evento. Inoltre, apprendere una lingua significa entrare in un’altra identità, l’identità culturale dell’altro paese e quindi il teatro attraverso il personaggio aiuta questo processo.
- Dall’altro essa coinvolge il soggetto in maniera totale, intelletto e sensi, espressione verbale e gesto, contenuto e forma diventano un’unica unità nell’intento di comunicare ed è quindi possibile agire sulla dimensione emotiva del discente per attivare quella memoria profonda in cui risiede la sua esperienza personale per fissare in modo indelebile le conoscenze e le competenze.
Partendo da questa premessa e in considerazione del fatto che l’insegnante in classe è un attore con un pubblico interattivo, un regista ed un direttore d’orchestra in quanto struttura, adatta e armonizza la sua azione si propongono esperienze di moduli di formazione per gruppi di insegnanti. Tali moduli sono finalizzati a prendere in esame il lavoro dell’insegnante su di sé, non solo allo scopo di approfondire la disciplina orale e scritta (competenze lessicali, fonetiche, strutture morfo-sintattiche, ecc.), ma anche e soprattutto per creare una situazione di autoconsapevolezza nella formazione. Tali moduli si avvalgono delle tecniche della pratica teatrale e dei suoi linguaggi: prossemico, cinestetico, verbale e non verbale, ecc. come banco di prova della comunicazione complessa. Pratica che risulta anche essere necessaria nella formazione iniziale e continua dell’insegnante per creare una situazione di coscienza relativa alle proprie difficoltà nel processo insegnamento-apprendimento e delle possibilità di risolverle.
In particolare permette:
- di stabilire atmosfere di collaborazione;
- di esercitarsi ad affrontare l’imprevisto;
- di intervenire su problemi di comunicazione.
- di intervenire su problemi di comunicazione.
Un percorso di formazione, che quindi intreccia reti di sistemi sensoriali, emozionali e immaginativi, riflessioni meta-comunicazionali sull’insegnamento-apprendimento della relazione linguistica
L’obiettivo è duplice: da una parte l’esperienza verifica la comunicazione su sé stessi, un’esigenza che l’insegnante dovrebbe avere per costruire materiali di apprendimento che rendano efficace nei confronti degli allievi tale apprendimento, dall’altra permette di assumere la consapevolezza che se non esercito su di me stesso con le difficoltà a mio livello tali strategie non avrò mai la possibilità di capirne le difficoltà nel momento in cui andrò a realizzarle nella mia classe.
L’esperienza si conclude con una rappresentazione conclusiva del percorso svolto.
La rappresentazione, oltre ad essere la naturale tappa di arrivo del percorso, è fondamentale per permettere di valutare il raggiungimento degli obiettivi previsti.
Una bibliografia specifica viene fornita ai partecipanti al fine di metterli in grado, attraverso anche le conoscenze teoriche e storiche, di partecipare attivamente e consapevolmente alle lezioni- laboratorio del modulo.
La formazione si attua attraverso 3 fasi:
- Uno stage intensivo teorico-pratico di 20 ore alla fine (giugno-luglio) o all’inizio (settembre) dell’anno scolastico fatto in un fine settimana (venerdì, sabato, domenica) affinché i partecipanti siano coinvolti e concentrati nel lavoro di equipe che stanno eseguendo nel percorso di formazione che stanno seguendo. I partecipanti sono tenuti a redigere un diario che testimonia la loro riflessione e consapevolezza del percorso. La valutazione finale del modulo avviene attraverso una comunicazione teatrale (messa in scena dei percorsi praticati nello stage).
- La sperimentazione nelle classi (nel periodo ottobre-febbraio/marzo) con documentazione dell’esperienza in itinere e alla fine (20 ore). Preparazione online dei testi (copioni, griglie, diari di bordo). Lavoro di sperimentazione nelle classi.
- Un incontro finale (una giornata a febbraio o marzo) durante il quale saranno comunicati dai partecipanti i risultati della sperimentazione nelle classi (video o rappresentazione). Presentazione dei lavori fatti nelle classi. Analisi e valutazione dei lavori. I lavori e i diari saranno poi condivisi dal gruppo ed eventualmente pubblicati sul sito dell’ANILS.
Obiettivo della formazione:
Fornire all’insegnante le competenze che gli permettano di utilizzare il linguaggio della comunicazione teatrale in modo adeguato durante il suo insegnamento.
Tale formazione si dovrebbe attuare attraverso 3 moduli con queste caratteristiche in tre anni successivi al fine di creare un gruppo di insegnanti che potranno promuovere tale strategia diffondendola nelle loro classi e nella loro scuola.
TESTI SPECIFICI RELATIVI a COMUNICAZIONE E TEATRO (il lavoro dell’insegnante su se stesso)
Prima bibliografia di riferimento
- Centorrino G., Educare con il teatro, Greco, 1998.
- Damasio A., Emozione e coscienza, Adelphi, Milano, 2000.
- Damasio A., L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi, Milano, 1995.
- Falqui L., Il vostro spettacolo. Fare teatro a scuola, Clio, 1999.
- Lombardi M., “Il teatro nella didattica”, in Didatticamente 1-2, 2005, ETS Pisa.
- Lombardi M., Terzuoli E., “La parola in azione. La classe di lingua e letteratura francese, un atelier di comunicazione”, in Percorsi di formazione dell’insegnante di lingue, l’esperienza della SSIS toscana, a cura di D. Coppola, CLUEB, Bologna, 2005.
- Lombardi M., Terzuoli E., “La voce della letteratura”, “Del potere e della comunicazione linguistica” in M. C. Nicolàs Martinez, J. Staton, Studi per l’insegnamento delle lingue europee, Firenze University Press, Firenze, 2004. Consultabile qui: https://media.fupress.com/files/pdf/24/294/294_21523
- Romagnoli A.M, La parola che conquista. Manuale di pronuncia e dizione per i «professionisti della parola», Mursia, 1996.
- Stanislavskij K.S., Il lavoro dell’attore su se stessi0 Laterza, 2008.
- Terzuoli E., “Actio rhetorica et pratique de l’enseignement linguistique”, in Approcci teatrali alla didattica delle lingue a cura di Filippo Fonio e Monica Masperi. Numero speciale Innovalangues, consultabile qui: https://hal.archives-ouvertes.fr/hal-01955530/document
- Terzuoli E., “Cinquantamila notti d’amore, le tecniche drammatiche applicate all’analisi del testo teatrale”, in Neuroscienze e didattica delle lingue di Salvatore Maiorana, ed. Tracce, Pescara, 2009.
- Terzuoli E., “Formarsi teatralizzando”, in SeLM, Scuola e Lingue Moderne, 1-3/2014: http://www.anils.it/wp/wp-content/uploads/2017/06/ANILS_2014_01-03.pdf
- Terzuoli E., “Il teatro nella formazione”, in Una scuola che parla a cura di Albert AbiAad e Luisa Marci Corona, ed Aracne, Roma 2012
- Terzuoli E., “Intercultura e teatro; un laboratorio per gli insegnanti”, in SeLM, Scuola e Lingue Moderne, 4-6/2015: http://www.anils.it/wp/wp-content/uploads/2017/06/ANILS_2015_04-06.pdf
Altri materiali